Il decreto Galletti. Linee guida per Dirigenti Scolastici e Sindaci.

Immagine dal web:
https://www.welfarenetwork.it/milano-tablet-e-sedie-girevoli-al-posto-di-quaderni-e-banchi-20160120/
In questi giorni tante scuole si stanno preparando al rientro a settembre e dirigenti scolastici di buona volontà si stanno adoperando con solerzia nella ricerca di coniugare un rientro in sicurezza con la necessità di ammodernamento tecnologico e lquelle di ristrutturazione degli ambienti scolastici. In questi contesti, una soluzione veloce per accedere agli ausili didattici, al web o interconnettere le postazioni è quella dell’utilizzo del wifi, senza considerare il rischio di sovraesposizione nel tempo a campi elettromagnetici, dovuta a questo tipo di tecnologia.
L’associazione elettrosensibili annovera già diversi casi di patologie insorte a causa dell’inquinamento elettromagnetico tra cui anche lavoratori esposti al wifi. Il problema della sovraesposizione al WiFi nei luoghi di lavoro (aziende, ipermercati, scuole, etc.) è da tempo conosciuto ma passa a volte in secondo piano l’effetto pervasivo di questa tecnologia sui giovani per i quali la nocività è ancora maggiore quanto minore è l’età. Rispetto a questo punto l’associazione elettrosensibili segnala un aumento degli studenti che si rivolgono all’associazione per problemi di elettosensibilità dovuti al Wi-Fi.
Questo tipo di irradiazione va ad aggiungersi a quella della miriade di apparati ed antenne ormai diffusi sul territorio italiano, nella diffusione di una tecnologie che in modo miope non tengono conto di principi basilari, quali il principio di precauzione sancito dall’Unione Europea, conducendo persino a installare antenne in prossimità delle scuole. Si veda a tal proposito il caso dell’antenna situata presso il comune di Frossasco, rispetto alla quale è in corso una causa presso il tribunale di Torino indetta dal Comitato Uniti in Val Noce e il Comitato Rodotà.

Al giorno d’oggi ormai innumerevoli studi, suggeriscono ai genitori di cercare di limitare l’esposizione dei figli al Wi-Fi, per il timore che le radiazioni possano danneggiare la loro salute. Uno fra tutti lo studio, pubblicato sul Journal of Microscopy e Ultrastructure, che suggerisce di esporre il meno possibile la prole alle onde del wi-fi in quanto, secondo gli scienziati, il cervello dei bambini assorbe più radiazioni di quello degli adulti perché “i loro tessuti cerebrali sono più assorbenti, i loro crani sono più sottili e la loro dimensione relativa è più piccola“.
Nel fitto sottobosco della giungla normativa s’annida una disposizione silenziata e poco conosciuta contenuta nel decreto d’inizio 2017 firmato dal ministro dell’Ambiente Galletti per il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione. Al punto 2, nella parte dedicata all’inquinamento elettromagnetico indoor (2.3.5.4.) sui ’criteri ambientali minimi per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione’ di edifici pubblici, la decretazione rivoluzionaria recita infatti: “Al fine di ridurre il più possibile l’esposizione indoor a campi magnetici ad alta frequenza (RF) dotare i locali di sistemi di trasferimento dati alternativi al wi-fi, es. la connessione via cavo o la tecnologia Powerline Comunication (PLC).” Così facendo le istituzioni si devono conformare alle indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Ogni apparecchio di illuminazione è dotato di un modem integrato che modula la luce a velocità impercettibili per l’occhio umano. La luce è rilevata da una chiavetta USB LiFi o un adattatore, che inserito nella presa di un computer o tablet, restituisce i dati all’apparecchio di illuminazione tramite un collegamento a infrarossi.
Oltre a queste alternative oggi diverse aziende si stanno rivolgendo al LiFi Light Fidelity, tecnologia che permette di realizzare gli obiettivi di interconnessione per creare reti mediante sistemi di illuminazione. Al posto di un antenna che emette campi elettromagnetici troviamo un router che tramite una lampadina emette luce che viene captata da un adattatore posto sul dispositivo che si vuole connettere. Il LiFi permette di trasmettere i dati tramite la luce stessa, senza dover generare campi magnetici e con una velocità di 1 Gb al secondo. La tecnologia LiFi è sicura anche in termini di protezione dei dati, dal momento che è impossibile accedere al segnale dall’esterno. Un segnale luminoso, non supera una parete, si rivela quindi estremamente sicuro perchè non intercettabile. Inoltre, diventa molto importante anche nella tutela della privacy, in quanto non permette connessioni al web in maniera diffusa a largo raggio come avviene con il wi-fi. Ciò permette di avere aree di connessione dove possiamo controllare i più piccoli e monitorare che la connessione non sia utilizzata per attività improprie.
A tal proposito nel panorama italiano si trovano aziende che propongono questa tecnologia in diversi contesti, dagli ipermercati, aziende private a settori del pubblico come quello scolastico.
Le innovazioni tecnologiche possono essere considerate progresso solamente se coniugate con l’attenzione all’ambiente e alla salute, per questo motivo sempre più cittadini richiedono l’attenzione al rispetto di questi parametri di qualità. Questo tipo di sistema, la cablatura, il PLC sono tutti sistemi alternativi all’irradiazione elettromagnetica ai quali i dirigenti scolastici nelle attuali ristrutturazione degli ambienti scolastici dovrebbero guardare nel rispetto della normativa sancita da Galletti, incentivati dai sindaci nella loro veste di autorità sanitaria locale, con un attenzione però alla Powerline (PLC) che tra quelle citate appare l’alternativa attualmente meno ecologica.
Sul tema Elettromagnetismo vs LiFi si veda l’intervista a Gunter Pauli.